Vasanello (VT) è un piccolo villaggio di tufo lungo l'antica Via Amerina, via romana di epoca repubblicana completata dopo la sottomissione dei falisci nel 241 a.C.
per unire la via Cassia ad Amelia e al resto dell'Umbria e completare il disegno di romanizzazione dell'Italia Centrale. I Falisci erano una popolazione italica autoctona, fortemente influenzata dalla cultura dei vicini Etruschi, alla quale dobbiamo il primo intaglio del tufo rosso di questa zona, per lo scavo di tombe, vie cave e altre evidenze della loro civiltà rupestre e del loro modo di occupare il territorio, tra villaggi localizzati nelle pianure tufacee e necropoli nelle ombrose forre. Nel folto dei boschi, nei pressi del paese, appena visibile tra le foglie e gli arbusti, si trovano le tracce di uno scarico di fornace, scoperto casualmente nel 1975 e datato un secolo circa dopo la conquista romana del territorio. Il sito ha restituito i segni dell’attività ceramica falisco-romana: non ceramiche grezze, ma fini, da mensa, in stile “aretino”, classificate come "terra sigillata italica", il che ha fatto ipotizzare che Vasanello, già in epoca falisca, fosse una succursale produttiva delle prestigiose botteghe dell’Etruria toscana. Non un semplice villaggio artigiano, ma un vero centro produttivo in grado di esportare i propri prodotti in altre regioni. Da questo sito, percorrendo le campagne limitrofe è possibile testimoniare la continuità storica delle produzioni ceramiche, sempre con ottimi livelli qualitativi, fino ai giorni nostri, tanto da far cadere qualcuno nella tentazione di attribuire la ragione del nome stesso del paese alla sua rinomata tradizione “vasaia” (cosa non vera). Il centro storico conserva alcune fornaci di epoca medievale rinascimentale, mentre la materia prima, l’argilla, era estratta nei giacimenti presenti nei dintorni. Dai boschi Vasanellesi emergono inoltre le testimonianze di un’occupazione del territorio che copre l'intero arco storico, con il fascino e la meraviglia dell'insediamento medievale di Palazzolo e il borgo medievale-rinascimentale. Una continuità e vivacità di insediamento che oggi ci pare stridente con l'atmosfera di immersione totale nella natura che hanno queste campagne. A partire dagli anni venti del '900 la zona è stata estesamente disboscata per la messa a coltura, secondo i canoni di un'agricoltura promiscua tradizionale, che più tardi fu invasa e in buona parte cancellata dalla coltura intensiva del nocciolo. E' la persistenza di rimasugli di queste colture che ci fa apparire questa campagna un paesaggio vivo che fa da cornice al ricordo silenzioso di un mondo rupestre e di una gloriosa tradizione di industria.
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