Civita di bagnoregio nella Teverina Viterbese, un borgo medievale intatto, semiabbandonato, arroccato su un promontorio roccioso, che, per effetto del cedimento progressivo della lingua di terra che ancora lo unisce al suo retroterra, sta diventando come un’”isola” circondata da bianchi calanchi.
Un paesaggio geologico tra i più affascinanti e suggestivi, a volte anche un po' inquietante, per il senso di impermanenza che trasmette. Modellato fondamentalmente dalle frane, il paesaggio dei calanchi è costituito da formazioni rocciose di erosione sui pendii collinari di argilla bianchissima, depositatisi tra 5 e 3 milioni di anni fa, nel Pliocene, in un tempo nel quale l’area della Valle del Tevere era completamente sommersa da un mare, in questa zona profondo. Quello che si percepisce qui è la strenua lotta dell'uomo e della natura per rallentare un inesorabile processo di disfacimento, che in realtà, a pensarci bene, vale per tutte le montagne e le colline del mondo, ma è solo in luoghi come questi, dove l'erosione è così continua e rapida, che ce ne rendiamo drammaticamente conto. Percorrendo quello che rimane di sentieri in cresta che un tempo erano normalmente utilizzati dalla popolazione per spostarsi dai centri abitati alle campagne, vedremo “il paese che muore”, Civita di Bagnoregio, così chiamato per la precarietà del residuo banco tufaceo su cui poggia e che, nonostante ciò, ancora lo protegge dal tracollo definitivo dei friabili terreni sottostanti e naturalmente vedremo tutte le straordinarie forme geologiche e i sorprendenti adattamenti del mondo vivente di questo particolarissimo paesaggio.
TI PIACE? VUOI CHE TI GUIDI A SCOPRIRE QUESTO PAESAGGIO?
SE VUOI LASCIA UN COMMENTO!