L'area del Cicolano si trova nel cuore dell'Appennino laziale e prende il nome dal popolo degli "Equicoli" o Equi, che occupavano queste balze montuose e questi altopiani già 2500 anni fa, prima della conquista Romana

 
L'altopiano e le colture di lenticchie
L'altopiano e le colture di lenticchie
Lago di Rascino
Lago di Rascino
Erba imbiondita
Erba imbiondita
Altopiano e lago di Cornino
Altopiano e lago di Cornino
LA
LA "pampa" del Cicolano
Faggeta sopra Rascino
Faggeta sopra Rascino
Lago della Petrella
Lago della Petrella
Genziana cruciata
Genziana cruciata
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Gli Equi erano un popolo di pastori stanziati in questo territorio, confinante con la Sabina, che comprende i rilievi dell'Appennino Laziale che si protendono verso il confine con l'Abruzzo; occupavano, tra le altre, la valle che poi sarebbe stata segnata, negli anni 40 del '900, dalla comparsa del lago artificiale del Salto, per via della relativa diga sui fiume omonimo. La ricchezza di questi territori era ed  èancor oggi rappresentata dagli ampi altipiani carsici situati alla quota media di 1200 metri circa, le uniche aree semipianeggianti, di una certa estensione, dove poter praticare una magra agricoltura di montagna, in un contesto di rilievi montuosi aspri e scoscesi, ricoperti da fitti boschi e fondivalle stretti e umidi. Questo paesaggio, nei suoi tratti generali è rimasto immutato per secoli fino ai giorni nostri: ancora oggi infatti, boschi sui rilievi e pascoli/coltivi sugli altopiani, sono i tratti dominanti. L'altopiano di Rascino è chiamato la "piccola castelluccio", anche perchè grazie alla morfologia pianeggiante si è sviluppata nel tempo la coltivazione delle lenticchie, tutt'ora presente e eletta a presidio Slow Food, insieme a grani di varietà locali antiche e prati sconfinati che accendono di colori la primavera rendendo lo scenario realmente fiabesco. Ai bordi dell'altopiano risplende il Lago di Rascino, uno specchio d'acqua ricco di vita e di specie naturalisticamente molto interessanti che è parte di un sistema carsico in collegamento con le Sorgenti reatine che riforniscono la Capitale d'acqua. Tutt'intorno si estende un paesaggio di campi ed erba punteggiato dalle casette dei pastori, usate nelle stagioni della monticazione come abitazione, caseificio e rifugio notturno del bestiame, insidiato dai lupi, che oggi sono tornati a far capolino dai versanti. Le casette tradizionali hanno uno stile sobrio, di provenienza contadina e affascinano per gli alti muri di recinzone costruiti ingegnosamente per diffendere appunto il bestiame dai lupi.
 

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